Se per l’ospedale di Iseo la settimana scorsa era giunta la rassicurazione del suo mantenimento, per il Punto Nascite al suo interno le speranze sembrano spegnersi definitivamente. Una lettera giunta nei giorni scorsi e firmata da Francesco Bortolan, dirigente del Welfare della Regione, conferma la chiusura per mancanza dei criteri previsti per giustificarne l’attività, ovvero la soglia delle 500 nascite annuali.

Un anno fa l’Asst della Franciacorta aveva deciso di chiudere il Punto Nascite, scatenando immediatamente le richieste di marcia indietro: per l’occasione, era nato anche un Comitato, guidato da Orsolina Ciocchi, Nadia Zatti e Lucia Danesi, ex dipendenti dell’ospedale, che avevano lanciato una petizione fino a raccogliere settemila firme.

A niente sono servite le due mozioni approvate in Consiglio regionale, né gli appelli lanciati nei mesi scorsi anche dalle autorità locali, che chiedevano di ripensarci anche alla luce del contesto geografico in cui si trovava il Punto Nascite. Anche Legambiente Basso Sebino scende in campo, chiedendo ai sindaci dei Comuni della Comunità Montana del Sebino Bresciano di riprendere la mobilitazione in difesa dell’ospedale.

Secondo Legambiente, infatti, “è in corso un impoverimento più generale dei servizi sanitari nel comprensorio del Sebino, mentre l’emergenza Covid 19 ha mostrato che solo con una forte presenza pubblica sul territorio si può combattere efficacemente la pandemia e offrire dei servizi sanitari degni di questo nome, senza intasare le strutture ospedaliere di Brescia”.

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