Il primo numero de La Voce del Popolo uscì l’8 luglio 1893, col sottotitolo “organo delle associazioni cattoliche della città e della provincia”. Il settimanale diocesano ha attraversato 130 anni ed è arrivato a oggi, non senza difficoltà e cambiamenti.

Adesso La Voce del Popolo non è solo giornale cartaceo, ma è andato arricchendo la propria comunicazione con il sito internet, i canali social, le dirette su YouTube e le dirette streaming di vari eventi e celebrazioni, soprattutto in seguito al periodo della pandemia. Sono stati ulteriormente ampliati gli spazi per il confronto, con rubriche di opinione e lettere al direttore, approfondimenti e molta attenzione al territorio. L’attuale direttore, succeduto a don Adriano Bianchi, è un laico, Luciano Zanardini.

Alla fine dell’800 l’intuizione, pochi anni prima della sua morte, di fondare una testata cattolica locale fu di Giuseppe Tovini, oggi Beato, camuno. In seguito, anche Voce dovette fare i conti con il regime fascista: quando esso mostrò il proprio volto sempre più violento, “Voce” non fece mancare la propria protesta. Dal gennaio del 1925 iniziarono le prime diffide e i primi sequestri del giornale. Ma ormai erano gli ultimi mesi di libertà di stampa e iniziano dieci anni di silenzio forzati. Solo a inizio del 1937 il giornale poté riprendere le pubblicazioni, e “La Voce del Popolo” diventò “La voce cattolica”.

Nel settembre 1945 il settimanale riprese la vecchia testata di “La Voce del Popolo”, con il motto “Fede-Lealtà-Coraggio”, che tutt’ora compare sulla copertina del giornale in uscita ogni giovedì e distribuito nelle parrocchie e agli abbonati, anche in formato pdf.

Da ricordare che, nel 1976, nell’ambito della redazione del giornale a Brescia, nacque una delle prime radio locali, Radio Voce, cui seguì, in Vallecamonica, due anni dopo, Radio Voce Camuna.

Sono in programma, per i 130 anni del settimanale, diverse iniziative. La prima si è svolta in settimana con il convegno: “L’impegno sociale e politico dei cattolici. Le sfide di ieri e di oggi” svoltosi qualche giorno fa e che ha visto tra i relatori Michele Busi, presidente del Ce.Doc., che ha ripercorso la storia del settimanale, e Flavio Felice, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche dell’Università del Molise. L’incontro è stato aperto dal vescovo di Brescia Tremolada: “In un tempo come quello attuale – ha sottolineato –  in cui la comunicazione è sempre più importante e si evolve velocemente negli strumenti che utilizza e si fa fatica a viverla, c’è il desiderio della Chiesa bresciana di profondere uno sforzo perché il processo comunicativo sia orientato al sostegno della sua missione”.

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