Sono entrate nel vivo nel mese di ottobre le celebrazioni per i 40 anni dall’inserimento dell’arte rupestre della Vallecamonica nella prestigiosa World Heritage List dell’UNESCO quale primo sito italiano e primo sito di arte rupestre (insieme con la Grotta di Lascaux) ad essere riconosciuto.

La proposta fu avanzata da Emmanuel Anati, direttore del Centro Camuno di Studi Preistorici, e dall’allora Assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Sandro Fontana. Tale riconoscimento fu attribuito proprio nel 1979 in base ai criteri III e VI dell’UNESCO e dell’ICOMOS.  Nella motivazione si legge: “Le incisioni rupestri della Vallecamonica costituiscono una straordinaria documentazione figurata sui costumi e sulle ideologie preistoriche. L’interpretazione, la classificazione tipologica, e gli studi cronologici su questi petroglifi hanno apportato un contributo considerevole nei settori della preistoria, della sociologia, dell’etnografia”.

Il Centro Camuno di Studi Preistorici non poteva che dedicare il suo “XXVII Valcamonica Symposium” a questa ricorrenza. Durante il Symposium – in programma a Capo di Ponte dal 25 al 27 ottobre e aperto al pubblico – si svolgerà anche l’Assemblea Annuale del PRAT – CARP , Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa “Cammini dell’arte rupestre preistorica europea”, che vedrà la partecipazione dei responsabili dei maggiori siti rupestri europei.

Durante la tre giorni sono anche previste visite guidate alle aree istoriate e sono visitabili due mostre sull’arte rupestre del Monte Bego e sull’arte rupestre mondiale, allestite presso la Cittadella Cultura di Capo di Ponte, dove ha sede anche il CCSP.

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