È iniziata nel fine settimana l’operazione di sanificazione delle case di riposo della Vallecamonica per mano dei militari del settimo reggimento difesa Cbrn Cremona, reparto specializzato nella difesa nucleare, biologica e chimica. Le attività, supportate logisticamente dalla sezione di Vallecamonica dell’ANA, attraverso il proprio gruppo di protezione civile, sono state infatti avviate, come aveva annunciato l’ATS della Montagna, l’8 maggio.
In quattro giorni sono già stati sanificati gli ambienti delle Rsa di: Darfo Boario, Artogne, Esine, Piancogno e Ponte di Legno. Oggi toccherà a Edolo, domani a Malonno, giovedì a Borno e Lozio, per proseguire fino al termine del cronoprogramma.
Intanto la Rsa Celeri di Breno ha pubblicato sul suo sito web una lettera in cui fa il punto, dopo giorni di emergenza, sulla situazione all’interno della Residenza per anziani “Ad oggi la situazione sembra in una fase di stabilizzazione e abbiamo ripreso alcune attività” si legge, “Dobbiamo guardare avanti, con la consapevolezza che dopo la tempesta arriva il sereno”.
La direzione del Celeri chiarisce: “La nostra struttura, fin dal 23 febbraio, ha attivato interventi di natura diversa per evitare il diffondersi della pandemia nel rispetto dei protocolli e delle varie disposizioni. Fin da allora è iniziato il reperimento dei dispositivi di protezione individuale (DPI) ad integrazione di quanto avevamo a magazzino a favore degli operatori e degli anziani ospiti”. Un reperimento che non è stato facile, precisano da Breno, ma al quale si è riusciti a sopperire anche grazie alla generosità di alcuni fornitori e donatori.
Poi si racconta il lockdown: “Fin dai primi giorni di marzo la nostra struttura è stata chiusa all’accesso dei parenti, fornitori e volontari” Come in altri casi, anche nella casa di riposo brenese si è cercato di sopperire alla mancanza delle visite con messaggi e videochiamate ai parenti. Quindi la nota dolente: “Nonostante gli interventi preventivi e tempestivi sia in ambito gestionale/sanitario che in organizzativo, la tempesta è comunque arrivata, nel mese di aprile, forse in ritardo rispetto alle altre strutture del territorio, e qualcuno ha dovuto arrendersi: è stato un nostro impegno restare accanto ai morenti per un conforto in mancanza dei parenti” precisa la nota sottolineando che nessuno è stato lasciato solo.
Si passa poi al dato relativo al personale: il 30% è attualmente assente a causa del virus, e la ripresa del lavoro è condizionata all’esito negativo di due tamponi consecutivi. Sulla base di ciò è stata effettuata una ulteriore riorganizzazione interna ed è stata fatta una nuova sanificazione ambientale da parte di una ditta specializzata, informa la Rsa brenese, ringraziando tutti coloro che hanno dimostrato in vari modi la loro vicinanza.