La Provincia di Bergamo ha ufficialmente confermato, dopo aver visionato le immagini di foto-trappole piazzate giorni fa, che i due lupi avvistati in dicembre e in aprile tra l’Alta Val Seriana e la Val di Scalve hanno avuto dei cuccioli, creando così un gruppo di sei esemplari.
Dieci giorni fa un allevatore di Vilminore ha trovato la carcassa di un cervo e ha dedotto che la predazione era stata fatta da lupi, che vanno direttamente alla gola. Ha così chiamato la polizia provinciale, e le fototrappole hanno fatto scoprire i nuovi arrivati. Nei mesi scorsi si era pensato che a circolare fossero un maschio e una femmina, e le nuove foto lo hanno confermato, visto che con loro nelle immagini ci sono anche quattro lupacchiotti: è il primo branco bergamasco.
I cuccioli hanno già qualche mese di vita e gli agenti della Polizia provinciale hanno effettuato dei tamponi per analisi genetiche, che dovrebbero permettere di stabilire la provenienza del branco e per capire se si tratta di esemplari che erano già stati rilevati in zone vicine in cui sono più diffusi, come il Tonale o la Valtellina.
“L’arrivo sulle Orobie è per certi versi fisiologico, ce lo aspettavamo, perché gli Appennini sono saturi e sull’Arco alpino sia orientale che occidentale c’erano già da tempo popolazioni stabili – ha spiegato il comandante della polizia provinciale bergamasca Matteo Copia –. Tuttavia è bene ricordare che il ritorno dei grandi predatori, quali lupo e orso, sono comunque un indicatore biologico sinonimo di un territorio ben conservato e in buona salute, sotto l’aspetto naturalistico e della biodiversità”.
In base alle segnalazioni ricevute e ai rilievi fatti in questi mesi, questi esemplari sarebbero responsabili di una decina di predazioni di capi di allevamento, in particolare di capre in Val di Scalve quest’estate, insieme ad alcune pecore qualche giorno fa ad Ardesio. La famiglia di lupi si sposta su un’area che comprende l’alta Valle Seriana e la Val di Scalve, compreso il Pizzo della Presolana. Questo perché un branco ha un’area di riferimento che può arrivare a 500 chilometri quadrati, i cui confini vengono marcati. La presenza di un branco blocca l’arrivo di altri lupi, e quindi non bisogna aspettarsi un’esplosione demografica.