La siccità, il vento e il caldo hanno contribuito a rendere difficoltose le operazioni di completo spegnimento del rogo appiccato in maniera dolosa martedì nella zona a 1700 metri di quota denominata Valle del Solivo, nel Parco dell’Adamello.
Così mercoledì sui monti al confine tra Paspardo e Cimbergo alcuni focolai hanno ripreso vigore e le fiamme sono tornate a lambire i pascoli. E proprio a questioni tra allevatori, sui luoghi dove far brucare le pecore, sarebbe da ricondurre il dolo.
Le operazioni di spegnimento, rese difficoltose per la carenza di acqua, oltre che per la zona impervia difficile da raggiungere da terra, sono state coordinate dal Gicom della Comunità montana. La centrale unica per gli incendi boschivi di Curno ha fatto ripartire il lavoro delle squadre di volontari AIB, affiancate dall’elicottero regionale e da un secondo elicottero da Trento per i lanci di acqua dal cielo.
Nessun pericolo hanno corso le numerose cascine della Zumella e tantomeno il rifugio Colombè, appena sotto alla zona dell’incendio. Si parla di una ventina di ettari andati complessivamente in fumo, ma la stima dei danni è ancora da definire.