Ogni giorno tre lavoratori muoiono sul lavoro e migliaia restano feriti. Si presenta con questo spiazzante riassunto in copertina la ricerca “Gli infortuni sul lavoro in Italia, Lombardia, provincia di Brescia e Bergamo, in Vallecamonica-Sebino” a cura di Osvaldo Squassina e commissionata dalla Cgil Vallecamonica-Sebino, presentata a Boario giovedì in apertura all’assemblea generale del sindacato guidato da Gabriele Calzaferri.
L’obiettivo di questo approfondimento è mettere in luce l’importanza e la gravità di un tema come quello degli incidenti lavorativi, al fine di avviare un ragionamento a tutto campo tra i soggetti interessati, con lo scopo di trovare delle soluzioni concrete che possano portare a una drastica riduzione di tali disgrazie.
Un’analisi, svolta con la collaborazione dell’Inail di Brescia, che riepiloga i dati relativi al 2017 e al 2018 e i recenti fatti di quest’anno. Nella sola provincia di Brescia – sottolinea la ricerca – dal 1°gennaio al 19 settembre del 2019, sono morte sul lavoro 22 persone, di cui 3 nel comprensorio sindacale della Valcamonica e del Sebino. Complessivamente nel 2018, tra Valle e lago, gli infortuni sul lavoro denunciati sono stati 1.693.
Dai dati emerge che in provincia di Brescia gli infortuni con feriti, gli infortuni mortali e le malattie professionali sono in aumento dal 2014 ad oggi, a partire dai settori metallurgico e metalmeccanico. Se si guardano le fasce d’età coinvolte emerge che gli infortuni colpiscono le fasce più giovani (meno esperti) o gli ultracinquantenni (stanchi e non formati).
Alla luce di tutti questi dati il segretario generale territoriale Calzaferri ha affermato: “Si deve arrivare a un confronto pubblico. E’ necessario invertire questo declino che continua a svalutare il lavoro come se fosse una merce. Il mondo del lavoro è cambiato, ma il valore della vita e delle persone viene prima di qualsiasi altra necessità”.