In Vallecamonica, oltre al patrimonio culturale di maggiore fama -costituito da incisioni rupestri, patrimonio d’epoca romana e cicli pittori- esiste anche un patrimonio architettonico e paesaggistico diffuso, cosiddetto “minore”, ma che non è in realtà assolutamente inferiore a nessuno.

Sono piccole architetture ed opere, come santelle, sacelle, cappelle e dipinti murali incorniciati su edifici civili o religiosi, che fino agli anni Settanta sono stati conservati grazie ad un’attività di manutenzione periodica che però è andata scomparendo negli ultimi decenni.

La Comunità Montana, ora, intende procedere alla ricognizione, alla schedatura ed alla stesura di un piano di conservazione di queste opere, all’interno del Piano integrato della cultura “Costruire valore”, finanziato con il contributo della Regione Lombardia e del Bim.

Il primo passo da fare è quello di completare il lavoro conoscitivo di questo patrimonio, facendo un vero e proprio censimento, grazie anche alla segnalazioni di archivi parrocchiali e comunali, biblioteche, associazioni, musei, studiosi e cittadini. La successiva ricognizione servirà per tenere conto degli eventuali danni subiti nel corso del tempo.

Per dare il via a questa indagine, la Comunità montana ha messo a disposizione quattro posti per altrettanti giovani laureati o laureandi in Architettura, Ingegneria, Restauro e conservazione dei beni culturali e Discipline artistiche tra i 20 ed i 30 anni. Sotto la guida dell’Ing. Pietro Castelnovi, referente del progetto, e di un Comitato scientifico di esperti, i ricercatori dovranno identificare questo patrimonio, geolocalizzarlo e catalogarlo.

Il progetto prevede la suddivisione del territorio in ambiti, che saranno assegnati ai vari ricercatori, a cui è chiesta quindi una buona conoscenza del territorio e della lingua locale: le domande di partecipazione, che si trovano sul sito www.vallecamonicacultura.it, vanno inviate via mail a uff.culturaturismo@cmvallecamonica.bs.it entro le 12:00 del 25 ottobre. Il progetto avrà una durata di tre mesi; ad ogni ricercatore sarà riconosciuta una somma di duemila euro.

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