Un anno che si è chiuso positivamente, ma non senza le difficoltà causate dalla pandemia e dai i decreti governativi che hanno imposto chiusure e restrizioni. I soci della Cooperativa di Bessimo, attiva dal 1976 sul tema delle dipendenze, il loro contrasto e l’assistenza a chi chiede aiuto per uscirne, nei giorni scorsi si sono riuniti per approvare il bilancio d’esercizio e sociale del 2020, che si è chiuso con un utile di esercizio di circa 100mila euro.
Ma la Cooperativa ha voluto anche ricordare altri numeri, quelli dei servizi che le 231 persone che operano al suo interno (tra le province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova) hanno effettuato nel primo anno di pandemia da Covid-19.
In dodici mesi sono state raggiunte ed aiutate almeno 2.500 persone (di cui il 20% nelle Comunità, il 58% nei Servizi di Strada e negli Spazi tregua, circa l’8% rispettivamente nelle Carceri e nei servizi di Prevenzione, il 6% nei servizi per la Marginalità), e con esse tutte le loro storie, inevitabilmente legate non solo alle dipendenze ma anche alle loro famiglie.
Il 2020, ricordano dalla Cooperativa, è stato sì un anno di “chiusure”, in cui le Comunità non hanno potuto accogliere nuovi utenti, ma anche di innovazioni dovute proprio alle inedite condizioni in cui gli operatori si sono trovati, come quelle rese possibili dalle nuove tecnologie, o a quelle relative all’istituzione di nuovi appartamenti di Housing o alla ristrutturazione di una sede.
La Cooperativa di Bessimo, che ha già redatto il piano strategico triennale, ha anche ricordato che il 2020 è stato l’anno della scomparsa di don Redento Tignonsini, il suo fondatore, a cui gli operatori continuano ad ispirarsi nel loro operato.