La Dolomite Franchi di Marone, storica azienda siderurgica parte del gruppo tedesco Intocast Ag, ha chiuso il 2022 con numeri record, ma resta la prudenza di fronte ad un 2023 molto incerto. Il bilancio dell’anno scorso dell’azienda ha registrato 10,5 milioni di euro di utile netto (in aumento rispetto agli 8,6 milioni del 2021) e 76,4 milioni di ricavi.

Grande parte di questi provengono dall’Italia, mentre il resto si divide tra i Paesi dell’Unione Europea e del resto del mondo. Nel 2022 Dolomite Franchi ha venduto 121.525 tonnellate di mattoni e masse, in calo rispetto ai numeri dell’anno precedente ma in aumento se confrontati con quelli del 2019.

D’altra parte, tutta l’Italia ha registrato un segno negativo nella produzione di acciaio, con una diminuzione dell’11,5%. Nonostante questo, l’azienda di Marone vanta una buona solidità finanziaria (con 14mila euro di oneri passivi) ed investimenti per 2,9 milioni di euro, oltre a 3.200 ore di formazione per i propri dipendenti (201 in tutto, di cui 145 operai).

Come detto, però, lo scenario attuale non fa stare tranquilli, tant’è che Alessandro Romano, presidente e consigliere delegato della Dolomite Franchi, ha annunciato che quest’estate invece delle ferie sarà utilizzata la cassa integrazione, cosa che potrebbe ripertersi anche nell’ultima parte dell’anno, se non ci dovesse essere un cambiamento di tendenza.

“L’industria”, ha aggiunto, “deve essere capace di fare sistema ed il Governo è chiamato a scelte decisive a sostegno della nostra manifattura che è l’espressione del saper fare ancora molto radicato sul nostro territorio”.

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