La famiglia di Riccardo Salvati, la figlia 22enne e i fratelli Itala e Gianfranco, è convinta che il corpo dell’uomo, scomparso da Marone il 27 giugno, sia ancora nel lago.
L’ultima volta che i familiari lo hanno sentito, al telefono, era la sera del 27 giugno. Da allora più nulla. Di Riccardo Salvati, 52enne maronese, si è persa ogni traccia. Unico indizio, la presenza della sua auto abbandonata a pochi metri dal lago, in località Vela. Il veicolo aveva le chiavi inserite e il telefonino appoggiato sul sedile.
I sub dei vigili del fuoco di Milano lo hanno già cercato per quattro giorni, fino alla decisione della Prefettura di sospendere le ricerche per mancanza di indizi validi circa la presenza del corpo nell’acqua.
Ora i parenti chiedono ai soccorritori l’utilizzo di Mercurio, il robottino filoguidato in dotazione al Gruppo soccorso Sebino, omologato per arrivare fino a una profondità di 500 metri.
Il sindaco Alessio Rinaldi pochi giorni fa ha scritto al prefetto di Brescia, Annunziato Vardè, chiedendo il benestare all’utilizzo del potente strumento di ricerca subacquea.
A Marone si attende la risposta delle Prefettura.