La Fondazione Tassara, nata nel 2008 a Breno su volere di Romain Zaleski, ha compiuto sabato scorso un altro passo in avanti nella sua mission di valorizzazione della collezione di tappeti antici a sua disposizione (sono oltre 1.300, tutti databili tra la fine del XV e l’inizio del XX secolo e provenienti da Asia, Europa ed Africa).

A Brescia è stato infatti presentato alla stampa il Mita-Museo Internazionale del Tappeto Antico, esposizione che trova sede in via Sostegno, nel quartiere Don Bosco, una delle zone periferiche più giovani e multietniche della città.

Il nuovo centro culturale, un’ex fonderia i cui spazi rinnovati sono stati progettati dallo Studio di architettura Obr e che sarà ufficialmente aperto al pubblico a metà novembre, vuole offrire ai visitatori due percorsi: uno è legato alla conservazione, tutela e valorizzazione dell’inestimabile patrimonio artistico di opere tessili a disposizione della Fondazione (l’esposizione sarà a cura di Giovanni Valagussa, curatore scientifico della collezione); l’altro, invece, è quello dell’incontro e confronto tra culture e periodi storici differenti, “riconoscendo nella diversità” -dicono dalla Fondazione stessa- “anche la nuova identità di Brescia”. Il Mita vuole essere una sorta di teatro vivente, con opere che diventano protagoniste ed interagiscono con i visitatori, in uno spazio le cui parti sono collegate tra di loro tramite una corte centrale.

Con questo progetto, la Fondazione Tassara vuole creare un luogo di cultura e tradizione ma anche di confronto tra Occidente ed Oriente, con uno sguardo ai tempi contemporanei. Il Mita proporrà anche eventi come concerti e spettacoli, candidandosi di fatto a nuova piazza pubblica bresciana. In occasione della presentazione del Museo, Romain Zaleski ha ricevuto il premio Joseph V. McMullan, per la ricerca e la tutela dei tappeti e dei tessuti islamici.

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