Elva Kurti, 44 anni, la moglie di Rosario Tilotta, che non dà più notizie di sé dal 2004, è stata in Italia nelle scorse ore.
Il caso della scomparsa dell’uomo, all’epoca dei fatti 59enne, è riemerso insieme alla sua auto dalle acque del lago d’Iseo.
La donna albanese che lo sposò all’inizio degli anni Duemila ha deciso di riferire la sua versione dei fatti ai carabinieri del reparto investigativo di Bergamo, che, coordinati dalla Procura, indagano sul ritrovamento di un cadavere nella Ford Fiesta intestata a Tilotta e recuperata a inizio settembre dalle acque del Sebino, davanti a Tavernola.
“La mia assistita non ha nulla da nascondere e non è indagata – precisa l’avvocato Giulio Speziale, del Foro di Sondrio – aveva appreso dai notiziari del ritrovamento di un auto che poteva essere quella del marito. Così ha deciso di farsi avanti: ha contattato alcuni parenti in Italia e ha deciso di raccontare i fatti dal suo punto di vista”. L’avvocato ha anche chiarito: “Da tutta questa vicenda, la mia assistita non ha avuto alcun beneficio, tantomeno economico”. Secondo la versione della donna dietro alla scomparsa di Tilotta non ci sarebbe alcun giallo . Anzi, la 44enne è convinta che sia stata una disgrazia: un incidente o un gesto estremo.
La donna, dopo aver perso ogni traccia del marito, è tornata in Albania e poi in Montenegro dove si è rifatta una vita, crescendo da sola il primo figlio avuto, a suo dire, proprio da Rosario Tilotta e nato dopo la scomparsa.
La signora Kurti non risulta indagata e dopo la deposizione è tornata nel suo paese, restando a disposizione degli inquirenti. In realtà non c’è ancora la certezza scientifica che il corpo recuperato nel Sebino sia quello di Rosario Tilotta: l’esame del Dna sui resti si è rivelato più complesso del previsto per le particolari condizioni del corpo, che risultava come pietrificato.