Uno scarico di reflui causato dalla perforazione dei cantiere: è questa la nuova accusa lanciata dal Comitato Salviamo il Lago Bianco, dal Cai Lombardia, da Mountain Wilderness Italia e dal Comitato Civico Ambiente di Merate relativamente ai lavori in corso sullo specchio lacustre che si trova a 2.607 metri di quota, tra la Valtellina e la Vallecamonica.

Le associazioni, già firmatarie di due diffide tra fine settembre ed inizio mese, con fotografie e documenti rivelano la presenza di alcuni liquidi di colore grigio riversati a circa cento metri di distanza dal cantiere. Un cantiere che ha l’obiettivo di posare delle tubazioni per prelevare l’acqua del lago a favore dell’impianto di innevamento artificiale della pista di sci da fondo “Valtellina” a Santa Caterina di Valfurva.

La diffida è stata inviata a Provincia e Prefettura di Sondrio, Comuni di Valfurva e Bormio, Arpa e Regione Lombardia, Parco Nazionale dello Stelvio e Ministero dell’Ambiente, con la richiesta di accertare la natura e gli impatti dello scarico e le legittimità degli scarichi, oltre che assumere gli eventuali provvedimenti.

Al centro c’è sempre il timore che il cantiere in corso posso arrecare dei danni irreparabili all’ambiente circostante, motivo per cui, oltre alle due diffide, è stato anche presentato un esposto alla Procura di Sondrio per chiedere accertamenti sui lavori. Le associazioni, inoltre, hanno segnalato una perdita dal lago, causata da una perforazione.

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