Nonostante lo stop forzato del primo lockdown della primavera 2020, la Lucchini Rs di Lovere è riuscita a raddrizzare la situazione con un bilancio consolidato dell’anno scorso che Giuseppe Lucchini, presidente del gruppo di famiglia, reputa soddisfacente e reso possibile grazie al lavoro dei 2.040 dipendenti (di cui 654 all’estero).
Di fatto, l’azienda dalla riapertura dell’aprile 2020 non si è più fermata: i due mesi di stop hanno portato ad un calo dei ricavi da 424,7 a 403,9 milioni, ma l’utile netto è cresciuto dai 18,2 milioni dell’anno precedente ai 24,8 del 2020, così come il margine operativo lordo è passato da 40,1 milioni a 50,9; da segnalare anche il patrimonio netto salito da 438 a 458 milioni di euro. Invariata, invece, la marginalità della controllata Lucchini Mamè Forge di Cividate Camuno.
La riapertura ad aprile 2020 dei propri impianti, tra cui quelli di Lovere e Castro, ha permesso all’azienda di garantire continuità di approvvigionamento di materiale rotabile alle ferrovie in giro per il mondo. Per il futuro, resta la sfida contro i competitor, una dozzina tra Europa ed Asia, oltre all’incognita sull’aumento dei prezzi delle materie prime e come trasferirli al mercato.