I tempi che stiamo vivendo hanno portato a parlare sempre di più di Cer, ovvero di Comunità Energetiche Rinnovabili. Stando alla definizione ufficiale, sono un insieme di utenti (privati cittadini, piccole-medie imprese, attività commerciali o enti locali) che, tramite la costituzione di un soggetto giuridico autonomo, si aggregano localmente, dotandosi di uno o più impianti alimentati da fonti rinnovabili, per condividere l’energia da questi prodotta e ottimizzare i propri consumi.
Un’iniziativa che ha numerosi benefici, sia ambientali (con le rinnovabili si riduce l’emissione di anidride carbonica), che economici (si risparmia sul costo dell’energia) che sociali (si contrasta la cosiddetta povertà energetica).
Dopo alcuni incontri che si sono tenuti sul nostro territorio per spiegare l’utilità delle Cer alla popolazione, l’Unione dei Comuni dell’Alta Vallecamonica fa un ulteriore passo avanti e ne propone la costituzione nella propria area di competenza.
I privati, le imprese e gli enti che si trovano a Pontedilegno, Temù, Vione, Vezza d’Oglio, Incudine e Monno possono compilare il modulo di preadesione che si trova sul sito dell’Unione e inviarlo via mail a protocollo@pec.unionealtavallecamonica.bs.it oppure a info@unionealtavallecamonica.bs.it entro il 23 dicembre.
Gli impianti di cui potrebbe godere attualmente la Cer sarebbero quello fotovoltaico sul Palazzetto dello sport di Pontedilegno, due impianti idroelettrici in fase di realizzazione a Pontedilegno e Temù ed altri quattro micro-impianti idroelettrici, sempre a Pontedilegno.
I costi di adesione, ha spiegato al Giornale di Brescia Mauro Testini, presidente dell’Unione, si aggirano intorno ai dieci euro per i privati ed 80 euro per le partite Iva; il progetto coinvolge anche la società Fedabo, la Società elettrica dalignese e la Fondazione Eni Enrico Mattei, quest’ultima con ruolo di consulenza.