Ammontano a 511 milioni di euro i danni al patrimonio pubblico e privato segnalati in una prima fase dai Municipi e dagli enti della nostra provincia alla Regione Lombardia in seguito al maltempo del luglio scorso. Se i danni ai beni pubblici sono stati stimati attorno ai 45 milioni di euro, il restante conto è sulle spalle di privati e aziende.

La notizia delle scorse ore è che Regione ha aperto, con scadenza 26 ottobre, il bando con cui gli enti locali e gli enti pubblici (Aler, Province, Comunità montane, consorzi ed enti parco) possono inviare a Milano la ricognizione dei danni subiti durante gli eventi calamitosi avvenuti tra il 4 e 31 luglio.

Si vuol così far fronte ai fabbisogni “per interventi urgenti di soccorso e assistenza alla popolazione e di ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche e per contributi di autonoma sistemazione”. La procedura di selezione sarà valutativa, in base alla disponibilità delle risorse. Tra gli interventi ammissibili vengono citati, ad esempio, la riparazione di edifici pubblici, scuole, impianti sportivi, il ripristino della funzionalità dei parchi, la riparazione di alloggi di edilizia pubblica, semafori, cartelli, lampioni e la rimozione di alberi caduti al suolo o pericolanti.

Il presidente Attilio Fontana aveva chiesto (e ottenuto, con 9,43 milioni di euro) il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale per quanto accadde in quel periodo in Lombardia, a fronte di oltre 1,65 miliardi di euro di danni stimati dal pubblico e dal privato. Un luglio eccezionale, il più caldo mai registrato fin dal 1880, in cui anche la Vallecamonica, a più riprese, venne raggiunta da grandinate mai viste prima e da mini trombe d’aria, che causarono danni ancora visibili nei boschi di numerose località, culminando, il 25 luglio, nella tragedia della 16enne travolta e uccisa da un albero che si è schiantato sulla tenda in cui dormiva con gli scout di Como a Corteno Golgi.

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