Nei giorni scorsi Fiorello Turla, ex sindaco di Monte Isola, ha avuto di che festeggiare: pur non essendone più il primo cittadino, la battaglia intrapresa da lui contro la decisione del Governo di escludere l’isola lacustre dai finanziamenti per le isole minori ha visto infatti Monte Isola uscire vincitrice.
A darle ragione è stato il Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso dell’isola e stabilito che il Dipartimento Casa Italia per le politiche del mare e la Protezione Civile le riconoscesse un finanziamento di tre milioni di euro all’interno del bando dell’anno scorso per la prevenzione del rischio sismico.
Monte Isola, nel 2016 (l’anno dell’exploit grazie a “The Floating Piers”) era stata riconosciuta come isola minore lacustre, avendo così diritto ai finanziamenti del Fondo di Sviluppo, fino ad allora riservato alle isole marittime.
L’anno scorso, però, l’isola sebina fu esclusa dal bando, spingendo il Comune a impugare la decisione ed affidarsi al Tar che, nei giorni scorsi, le ha dato ragione, consentendo a Monte Isola di ricevere i fondi per due dei tre progetti presentati, ovvero quello per le scuole di Siviano da 1,1 milioni di euro e per il Municipio da 1,9 milioni di euro.
Il Tar, nella sentenza, ha ritenuto “irragionevole la decisione del Governo di destinare i finanziamenti alle sole isole marine”, ricordando che Monte Isola “presenta una pericolosità sismica maggiore rispetto a quella di altri Comuni e isole marine”. Non solo: la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Comune di Capri -il cui sindaco presiede le isole minori italiane- dovranno anche, sempre secondo il Tar, pagare le spese giudiziarie, che ammontano a 4mila euro.