Era stato trovato senza vita nei boschi della Vallecamonica, a Case di Viso, Giuseppe Ghirardini, l’operaio della Bozzoli di Marcheno, scomparso nel 2015 a una settimana dalla misteriosa e ancora irrisolta scomparsa del suo datore di lavoro, Mario Bozzoli. Aveva due esche al cianuro nello stomaco, una integra e una seconda spezzata e risultata letale.

La Procura generale ha chiesto l’archiviazione anche dopo il supplemento di indagini – con intercettazioni e interrogatori degli operai della fonderia di Marcheno – che era stato chiesto dal gip Elena Stefana. Più volte è stata chiesta l’archiviazione dell’inchiesta a carico di Alex e Giacomo Bozzoli, indagati per istigazione al suicidio. Per gli inquirenti Giuseppe Ghirardini si è tolto la vita.

Non sarebbe andata così invece per la famiglia dell’uomo, che tramite i suoi legali ha nuovamente presentato opposizione all’archiviazione del caso.

Dopo il rinvio dello scorso aprile, chiesto e ottenuto dai difensori dei due indagati, nipoti del capo di Ghirardini, il caso è tornato in aula a Brescia il 13 luglio. “Mio fratello non si è ucciso e non intendo fermarmi. La nostra battaglia andrà avanti” ha dichiarato Maria Ghirardini. Dopo l’udienza il giudice si è riservato di decidere e avrà fino a tre mesi di tempo.

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