Un territorio martoriato, ma non abbastanza. Giovedì sera è arrivata da Roma la notizia che non saranno risarciti dallo Stato i 125 milioni di danni provocati dall’eccezionale ondata di maltempo registrata tra la fine di luglio e la metà di agosto nel Bresciano.

Infatti il Governo non ha accolto la richiesta di Stato di emergenza, inoltrata dalla Regione Lombardia il 22 agosto. Secondo il Dipartimento centrale della Protezione civile “gli eventi non sono tali da giustificare l’adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria”.

Il capo dipartimento Angelo Borrelli, in particolare, scrive: “Gli eventi, localizzati nel tempo e nello spazio, non hanno richiesto l’adozione di misure di assistenza alla popolazione e di interventi urgenti non fronteggiabili a livello locale, benchè abbiano generato comunque danni al patrimonio pubblico e privato, nonchè alle attività economiche e produttive”.

Tornando alla provincia di Brescia, ricordiamo che era stata la più colpita dal maltempo, con un record di 84 danni segnalati per un totale di quasi 125 milioni di euro (sui 207 di tutta la Lombardia), oltre ai 45 milioni relativi alle sole attività agricole bresciane.

Le perdite maggiori avevano colpito i privati (oltre 35 milioni), seguiti dai danni alle attività industriali (29 milioni) e a quelle artigianali (21,8), alle infrastrutture pubbliche (13,3), alle attività commerciali (11,4) e al territorio (quasi 11 milioni). Necessari infine 3 milioni di euro per gli interventi di prima emergenza.

Per quanto riguarda la Vallecamonica, sarebbero rientrati nei risarcimenti statali i Comuni di Ono San Pietro e Cerveno, che appena due settimane fa avevano ricevuto la comunicazione che il Consiglio dei ministri aveva approvato lo stato di emergenza in riferimento all’esondazione del torrente Blé del 6 agosto scorso.

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