Ad un primo sguardo, potrebbe sembrare qualcosa di suggestivo e romantico. In realtà, quella colorazione rosa della neve presente sul ghiacciaio Presena è l’ennesima conferma dei danni causati dal surriscaldamento globale.

Non si tratta, infatti, di una colorazione dovuta alla sabbia del Sahara trasportata dal vento, ma di un fenomeno legato al proliferare di un’alga unicellulare che si trova nell’acqua di fusione. Un fenomeno che riguarda non solo il Presena, ma anche gli altri ghiacciai trentini e che in Groenlandia è già stato al centro di studi approfonditi.

Proprio per questo motivo la commissione glaciologica della Società Alpinisti Tridentini ha avviato un progetto che chiede la collaborazione di tutti gli appassionati di escursioni ad alta quota. Insieme ai ricercatori del Cnr e dell’Università Bicocca, infatti, si chiede loro di fotografare i luoghi in cui vedono la formazione della neve rosa (che in alcuni punti può diventare anche rossa) e di inviarli, indicando ovviamente la località in cui è stata scattata la foto.

L’obiettivo è quello di avere una mappa degli avvistamenti e condurre studi più approfonditi. Il fenomeno della neve rosa, dicevamo, è dannoso per i ghiacciai dove si presenta: la pigmentazione riduce infatti la luce riflessa dei ghiacciai, aumentando la radiazione solare e, quindi, favorendo purtroppo lo scioglimento della neve. Un altro segno, insomma, del danno causato dai cambiamenti del clima.

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