La prima ordinanza dell’anno, datata 20 gennaio, disponeva ai cittadini di Niardo di non utilizzare l’acqua per scopi alimentari se non previa bollitura. L’8 febbraio, ad integrazione di essa, il sindaco Sacristani ha firmato un nuovo avviso in cui si legge che, fino all’accertamento della potabilità, la popolazione non può utilizzare l’acqua dell’acquedotto comunale per uso potabile e alimentare, ma anche igienico sanitario. Nemmeno dopo averla fatta bollire.

Da venerdì scorso la SIV ha messo a disposizione una cisterna di acqua potabile in via degli Alpini, e, come da accordi con i sindaci dei due paesi confinanti, i niardesi possono servirsi dei punti acqua di Braone e Breno che la distribuiscono gratuitamente. Questo per tutelare la salute pubblica.

Tutto è da ricondurre all’alluvione di fine luglio: sono infatti in corso i lavori di messa in sicurezza dei torrenti Re e Cobello. Per rimuovere il materiale depositato dietro le briglie collocate a monte della presa dell’acquedotto di San Giorgio, il transito di molti mezzi pesanti ha compromesso la sorgente, rendendo l’acqua non potabile; dei giorni scorre sporca e degli altri non arriva perché si rende necessario interromperne del tutto l’erogazione.

L’intervento non è semplice e i mezzi pesanti carichi di materiale stanno danneggiando i sottoservizi e chiusini e pozzetti presenti lungo le strade che percorrono. Si tratta di disagi da sopportare per un unico obiettivo: creare lo spazio necessario all’altezza delle briglie per contenere il materiale di eventuali future alluvioni e ricreare condizioni di sicurezza degli alvei dei torrenti.

Per cercare di accelerare al massimo le operazioni di asportazione del materiale che ingombra le briglie idrauliche, il primo cittadino ha emanato anche un’altra ordinanza che consente di non attendere 15 giorni previsti dalla normativa sul silenzio/assenso e che devono trascorrere dal momento in cui l’Arpa riceve le analisi del materiale per renderlo utilizzabile come sottoprodotto di terre e rocce da scavo.

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