Erano le 19:54 del 24 agosto del 1987 quando i torrenti Re e Cobello di Niardo strariparono provocando due vittime: i coniugi Antonietta Sacristani e Giovanni Pandocchi, che, al momento dell’esondazione, stavano fuggendo dalla loro casa, situata accanto al corso d’acqua, e finirono travolti da fango e detriti. I loro corpi vennero trovati soltanto tre giorni dopo.
Come ogni anno, nel 37esimo anniversario, la parrocchia e il Comune hanno organizzato per questo 24 agosto alle 20:00 nel piazzale della scuola primaria, nei pressi del luogo dove la furia dell’acqua causò la tragedia, la Santa Messa a suffragio delle vittime.
Come noto, nel luglio 2022 Niardo ha rivissuto quell’incubo, fortunatamente e miracolosamente senza contare vittime. Proprio per preservare la popolazione in caso di nuovi episodi di quella portata, l’amministrazione comunale, guidata da giugno dal sindaco Ivan Markus, ha organizzato ieri sera un’assemblea, alla quale hanno partecipato numerosi cittadini, alla presenza del geologo Fabio Alberti.
Una serata informativa per spiegare ai residenti il sistema di allertamento installato sui torrenti, le procedure da tenere in considerazione e i codici di allertamento, giallo, arancio e rosso, che sono stati recepiti nel Piano di emergenza comunale.
Anzitutto, è stato spiegato, sono attive due centraline in quota, una sul bacino del Re a malga Campedelli e uno sul bacino del Cobello a malga Ferone, a oltre mille metri di quota. Oltre alla misurazione dell’intensità delle precipitazioni, le centraline sono dotate di cavi che, se dovessero essere strappati da un’eventuale colata, farebbero scattare l’allerta massima. In tal caso, in totale coordinamento con la Protezione civile, le sirene e un messaggio sul cellulare dei cittadini avvertirebbero di mettersi in salvo salendo ai piani più alti delle abitazioni.
In paese sono poi presenti altri sensori, dei semafori pronti a bloccare il transito di persone e mezzi in caso di pericolo, anche sulla ex statale e sulla ferrovia, e una centrale con sirena. Il sistema è molto simile ad altri già realizzati in Vallecamonica e già funzionanti, come quello della Valrabbia di Sonico e del Ble di Ono-Cerveno, ed è stato completamente finanziato da Regione Lombardia.