Ricorre domani per Niardo e per la Vallecamonica un anniversario importante.

Erano le 19,54 di lunedì 24 agosto 1987, trent’anni fa esatti, quando si verificarono due movimenti franosi di grandissima entità che, a causa dell’effetto diga, fecero esondare i torrenti Re e Cobello, che si riversarono su Nierdo arrivando fino al Crist e lambendo la statale 42.

Oltre a causare danni ingenti alle strade e alla linea ferroviaria, alle abitazioni e alle attività commerciali, senza dimenticare la distruzione del ponte sul Re che di fatto divise Niardo in due tronconi, l’alluvione provocò la morte dei coniugi Antonietta e Giovanni Pandocchi, che, mentre stavano fuggendo dalla loro casa, vennero travolti da una massa di fango e i loro corpi furono ritrovati solamente tre giorni dopo.

A ricostruire quei terribili giorni sono stati l’allora sindaco Pier Antonio Bondioni e lo storico parroco di Niardo (ora a Capo di Ponte) don Fausto Murachelli. Con loro, nel corso della serata di presentazione degli eventi commemorativi in programma, sono intervenuti Mimma Pandocchi, la figlia dei due coniugi travolti dall’alluvione, il capogruppo di allora del gruppo alpini Giacomo Surpi e Luca Giorgi, responsabile del gruppo di protezione civile di Niardo.

Testimoni convocati dall’attuale sindaco di Niardo, Carlo Sacristani, per presentare la mostra fotografica sul disastro e sulla ricostruzione, intitolata: “Per non dimenticare! Il faticoso ritorno alla normalità – 24 agosto 1987 24 agosto 2017. 30esimo anniversario dell’alluvione”

L’inaugurazione avverrà domani alle 21 nella palestra delle scuole, dopo la messa delle 20 nel cimitero del paese in suffragio dei coniugi defunti.

La raccolta del materiale è stata curata da Francesco Taboni e Dino Turelli.

Lo spazio espositivo rimarrà aperto venerdì e sabato dalle 20 alle 22,30, domenica dalle 14,30 alle 18,30 e nelle giornate di sabato 2, 9 e 16 settembre dalle 14,30 alle 18,30.

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