La coltivazione dell’olivo è sempre più frequente anche nelle zone montane come la Vallecamonica, ed è tradizione nelle terre di lago. E anche in queste zone, dal Sebino fino ai terrazzamenti camuni, è ufficialmente iniziata la raccolta delle olive.
Per la molitura, la notizia recente è che i frantoi privati presenti sul lago d’Iseo sono aumentati di numero: sono sette, due in più rispetto al passato: oltre a quelli di Marone, Sulzano, Montisola, Rodengo, Capriolo sono stati aperte nuove strutture a Corte Franca e Sale Marasino che ha bissato quella già in funzione, mentre a Monte Isola è stata rinnovata, grazie a fondi regionali e comunali, La masna dell’isola, dedicata soltanto alla produzione montisolana.
E la produzione? Rispetto al 2020, anno record in cui vennero molite 4.000 tonnellate di olive, e prodotte 400 tonnellate di olio, e dopo il flop del 2021 dovuto alla mosca olearia, per il 2022 si prevede un meno 30 per cento rispetto a due anni fa, ma un’ottima annata dal punto di vista della qualità.
La mosca olearia, nemico numero uno del comparto non ha colpito, a causa (o grazie) delle alte temperature primaverili ed estive. La siccità ha causato conseguenze soprattutto sulla pezzatura dei frutti: le olive raccolte sono più piccole, ma con una resa in olio maggiore, come si evince dalle prime moliture. Se non fosse stato per le condizioni climatiche ci sarebbero stati numeri record.