L’omicidio di Carol Maltesi, i cui resti furono ritrovati dentro alcuni sacchi a Paline di Borno, al confine tra la Vallecamonica e la Val di Scalve, torna a far parlare di sé. Per la prima volta in Italia, infatti, è stata applicata la giustizia riparativa, di cui beneficerà Davide Fontana, reo confesso dell’omicidio e condannato in primo grado a trent’anni.
Il percorso di giustizia riparativa è nuovo e contenuto nella riforma della giustizia del Ministro Cartabia: in poche parole consiste nel coinvolgere il condannato in attività che possano in qualche modo avere a che fare con le conseguenze delle sue azioni, attività che dovrebbero essere decise da condannato e parti lese tramite un mediatore.
Va detto che la giustizia riparativa non sostituisce la condanna penale né comporta uno sconto di pena, ma vuole essere un percorso alternativo al processo. Nel caso dell’omicidio Maltesi, però, i familiari della vittima hanno già rifiutato la possibilità di partecipare all’incontro con il mediatore: da Amsterdam, dove vive, il signor Fabio Maltesi, padre di Carol, stando alle parole del suo avvocato si sarebbe detto “sconvolto e schifato” dalla notizia. Di sicuro, come detto dal legale di Fontana, si crea un precedente: essendo una novità per la giustizia italiana, non sono ancora chiari i tempi né quale sarà effettivamente il percorso che Fontana dovrà intraprendere.