A tre anni dall’omicidio di Nadia Pulvirenti, avvenuto il 24 gennaio 2017 all’interno di Cascina Clarabella ad Iseo e per mano del 56enne Abderrahim El Mouckhtari, durante l’udienza della settimana scorsa il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio delle sei persone coinvolte, ovvero Andrea Materzanini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Iseo; Giorgio Callea, direttore del centro psicosociale; Annalisa Guerrini, la psichiatra che seguiva l’omicida; Claudio Vavassori, presidente del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Diogene, datore di lavoro della vittima e Laura Fogliata, collaboratrice.

Per loro l’accusa è di concorso colposo nell’omicidio doloso. Secondo l’accusa sarebbero responsabili di non aver fatto il possibile per garantire alla vittima un luogo di lavoro sicuro ed impedire al nordafricano di munirsi di un coltello.

I legali delle parti civili, ovvero i genitori di Nadia, il fratello ed il convivente, inoltre, sostengono che qualche mese prima dell’omicidio El Mouckhtari aveva aggredito un compagno di stanza usando la stessa arma con cui poi uccise la ragazza, episodio che non sarebbe stato inserito nel suo registro e che gli avrebbe così permesso di continuare a godere del progetto di residenzialità leggera.

Il prossimo 27 febbraio il gup deciderà se rinviare a giudizio o se disporre il non luogo a procedere, come chiesto dagli avvocati della difesa.

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