Continua ad essere avvolto nel mistero il caso della morte di Laura Ziliani: le due figlie Silvia e Paola e Mirto Milani, dal carcere, non parlano, mentre gli inquirenti si stanno concentrando anche sull’analisi dei computer dei tre arrestati, per trovare eventuali indizi che potrebbero fare maggiore chiarezza su quanto accaduto. Importanti anche le testimonianze di chi vive a Temù, vicino all’appartamento in cui Ziliani era solita recarsi quasi durante tutti i fine settimana, raggiungendo così le figlie.
Secondo quanto raccolto dalla trasmissione “Quarto Grado”, alcune persone avrebbero sentito del rumore provenire dall’appartamento di via Ballardini nella notte tra il 7 e l’8 maggio, quindi poche ore prima della denuncia di scomparsa della donna da parte delle figlie.
Giuseppe Pasina, sindaco di Temù, ha anche riferito che a chiusura delle ricerche durate una settimana, aveva chiesto a Mirto se Laura avesse lasciato qualcosa scritto nel diario di montagna che la donna teneva per appuntarsi tutte le sue escursioni, sentendosi rispondere che sul quaderno non era stato scritto niente.
Sempre secondo il sindaco, infine, le due figlie ora in carcere avrebbero chiesto il certificato di morte della madre subito dopo il ritrovamento del suo corpo, l’8 agosto scorso, una richiesta che potrebbe rafforzare secondo gli inquirenti l’ipotesi di omicidio per ragioni economiche.