(foto da wwf.it)
I carabinieri forestali del reparto Soarda hanno diffuso i risultati dell'”Operazione pettirosso“, messa in atto per contrastare l’illegalità venatoria nel Bresciano. In meno di un mese di attività sono stati diversi i casi di bracconaggio rilevati anche sul territorio della Vallecamonica.
A Breno rinvenuti una quarantina di uccelli da richiamo catturati illegalmente e dotati di anellini di riconoscimento contraffatti, compreso un tordo a cui erano state tarpate le ali: per questo è scattata per il bracconiere anche una denuncia per maltrattamento degli animali.
A Esine un cacciatore aveva decine di uccelli da richiamo dotati di anellini manomessi e nell’orto recintato collegato al suo magazzino aveva piazzato trappole per uccellagione. Ad Artogne, nella frazione Acquebone, scovato dai carabinieri il gestore di una delle sempre più rare “tese di archetti”, mentre in paese nel garage della villetta di un uccellatore, sono stati scoperti e sequestrati lucherini e frosoni (specie protette) insieme alle reti usate per catturarli.
In tutta la provincia e anche oltre i confini ad ottobre i militari del Soarda hanno sequestrato 1400 uccelli morti abbattuti illecitamente e oltre mille vivi, sempre di provenienza illegale, ma anche 1.029 trappole di vario tipo, 153 reti da uccellagione, 98 armi da fuoco e 17.157 munizioni.
Intanto è delle ultime ore la notizia che il Consiglio di Stato ha respinto l’appello presentato da diverse associazioni animaliste contro il calendario venatorio 2024/2025 di Regione Lombardia. La sentenza emessa ieri conferma quanto già stabilito dal Tar Lombardia lo scorso ottobre, che aveva dichiarato legittime le scelte regionali sulle date di chiusura e sulle giornate integrative previste per la caccia. Con questa decisione, dunque, si conferma che il calendario venatorio resta invariato.