Dalle parole, ai fatti: e così, dopo l’annuncio dell’impegno da parte della Comunità Montana contro il pericoloso Panace di Mantegazza, si è passati all’azione. Gli interventi maggiori sono stati messi in atto tra Edolo e Sonico, nelle aree di Villa Camadini nel primo caso e sotto allo sbarramento Edison fino al ponte di ferro nel secondo.

Al lavoro, gli operai comunali, le guardie ecologiche volontarie dell’ente comprensoriale e del Consorzio Forestale dell’Alta Vallecamonica che, sotto la guida di Enzo Bona, botanico, con le dovute precauzioni, hanno rimosso le ombrelle fiorite di circa cinquanta piante -alcune di altezza fino a due metri-, per poi darle alle fiamme.

L’intervento sta permettendo di ridurre drasticamente la presenza della pianta di origine caucasica sul territorio, anche se servirà ancora del tempo per eliminarla del tutto, dal momento che i semi ci mettono anche un paio d’anni a germinare, motivo per cui continueranno ad essere monitorate anche quelle zone in cui si è già intervenuti.

Intanto, si pensa alla Fase 2 dell’operazione di eradicazione delle piante, ovvero la rimozione delle radici delle piante non ancora andate in fiore. Il Panace di Mantegazza è una pianta che non va assolutamente toccata per le gravi ustioni che può provocare: nel caso di contatto la parte interessata va subito lavata e non esposta ai raggi del sole.

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