Una famiglia di origine albanese, residente a Pisogne, in una palazzina all’angolo con via Romanino, è stata soccorsa e salvata dal personale inviato dal 112.

Mamma, papà e la loro bambina di 7 anni si stavano avvelenando per il monossido di carbonio, e per fortuna hanno dato l’allarme per tempo, non appena si sono accorti di avere tutti e tre giramenti di testa, nausea e respiro affannoso.

Erano da poco passate le 23 quando sul posto sono giunti un’ambulanza e i vigili del fuoco. Questi ultimi sono entrati nei locali, al primo piano della palazzina, e grazie ai rilevatori hanno subito verificato la presenza del gas letale. Così i tre membri della famiglia albanese sono stati affidati alle cure del personale medico, e sono stati trasportati in codice giallo all’ospedale di Esine.

Da Esine la donna, incinta di alcuni mesi, è stata trasportata con l’elisoccorsoalla clinica Città di Brescia, dove è stata sottoposta a un trattamento nella camera iperbarica ritenuto necessario per evitare complicazioni.

Nel frattempo l’abitazione, in cui sono presenti due stufe, a legna e a pellet, è stata messa in sicurezza dai vigili del fuoco.

Da una valutazione effettuata sul posto è risultato il corretto funzionamento dell’impianto di riscaldamento, quindi la fuga di monossido potrebbe essere stata causata da una stufetta a gas utilizzata per scaldare l’acqua e posizionata nell’anticamera.

Padre e figlia hanno passato la notte in osservazione a Esine, mentre la madre ha fatto rientro a Pisogne nel pomeriggio di ieri. Le sue condizioni, e anche quelle del feto, non destano preoccupazioni.

Tutti sono però ora ospiti da parenti: la loro abitazione è stata sottoposta a controlli dall’Ats Montagna. Sul posto anche i carabinieri della stazione di Pisogne, agli ordini del maresciallo Giovanni Olivieri, per gli accertamenti di legge.

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