A un anno dall’istituzione della Fondazione “Valle dei Segni” è stato presentato il percorso che guiderà il futuro della nuova istituzione culturale voluta dagli enti pubblici della Vallecamonica, con l’obiettivo di rilanciare l’offerta culturale e turistica del territorio camuno, a partire dal patrimonio UNESCO delle incisioni rupestri.

Un protocollo d’intesa è l’atto che dà il via libera a questo percorso, siglato da Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comunità Montana e i Comuni che ospiteranno i due centri propulsori del progetto: Ceto e Capo di Ponte.

Nell’accordo gli enti si assumono l’impegno di sostenere le fasi realizzative del progetto di rilancio della media Valle Camonica, che la Fondazione dovrà progettare nei prossimi mesi e che consiste un sistema di infrastrutture che daranno vita a un polo di attrazione internazionale e multimediale per fruire in modo innovativo l’arte rupestre e il patrimonio culturale di tutta la Valle.

Si tratta di un sistema composto da due “hub” – o piattaforme di fruizione – di cui uno a Ceto, ipotizzato nell’area dismessa della fabbrica NK, e uno a Capo di Ponte nell’area di fondovalle, collegati da percorsi, sentieri ciclabili e sistemi di mobilità in quota che porteranno a una visita facilitata e accessibile ai parchi archeologici, fungendo da centri propulsori e di rilancio di tutto il patrimonio culturale camuno.

I contenuti di questi poli creativi saranno orientati a far riflettere intorno ai “segni” come modalità di rappresentare la realtà che parte dalla Preistoria ma ci porta immediatamente fin dentro i linguaggi dei nostri giorni (nell’arte, design, illustrazione, multimedialità…): il patrimonio culturale della Valle Camonica diventa così la base per un progetto internazionale e contemporaneo.

La Fondazione “Valle dei Segni” potrà progettare gli interventi grazie ai fondi messi a disposizione dalla Provincia di Brescia tramite la Comunità Montana: un coordinamento istituzionale che, grazie al supporto di Regione Lombardia, ha già permesso di stanziare anche parte delle risorse necessarie per la realizzazione delle infrastrutture. 

Spetta quindi alla Fondazione, sotto la guida del suo Presidente, Alberto Piantoni, mettere a punto i necessari approfondimenti tecnici e gli studi di dettaglio per valutare la concreta fattibilità di quanto previsto, in una zona della Vallecamonica ricchissima di siti e di aree archeologiche e che ha bisogno di grande attenzione e sensibilità.

“Possiamo dire che ci avviciniamo a questa sfida – ha precisato il Presidente Piantoni – come i Camuni fecero con le rocce: con una grande volontà di incidere sul territorio, di lasciare un segno indelebile che testimoni la forza e la magia di questa Valle. Qui ci sono tutti gli ingredienti per costruire un progetto ambizioso: c’è la volontà di tutti gli Enti, che ringrazio per il grande supporto; c’è un patrimonio culturale di valore mondiale e c’è ormai il senso dell’urgenza di un intervento per dare una svolta al futuro del territorio”.

La Segretaria della Fondazione, Marina Lanzetti, ha presentato lo stato di attuazione del progetto: “Abbiamo già affidato gli incarichi per lo studio di fattibilità tecnica ed economica del progetto che comporta investimenti previsti per 26 milioni di euro – ha puntualizzato la sindaca di Ceto – e sul fronte delle risorse disponibili sono già stati impegnati sul progetto alcuni fondi dei Comuni di Confine del Comune (circa 7 milioni) e parte dei sovraccanoni da Grandi Derivazioni (1.580.000). Altre risorse verranno definite nei prossimi mesi dagli Enti e in particolare da Regione Lombardia sulla base delle progettazioni elaborate”.

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