Dopo i lavori di cui è stato protagonista tra gli anni Cinquanta e Novanta, il santuario della Madonna della Consolazione di Prestine è tornato sotto i ferri. Questa volta, con la guida di Pietro Castelnovi, sono stati risolti i problemi inerenti alla copertura, che presentava alcuni segni di cedimenti ed infiltrazioni, ed al campanile.
In passato, invece, era stata sistemata la parte interna ed effettuate anche alcune opere di restauro. In tutto, sono stati spesi 110mila euro, provenienti da alcuni fedeli, dalla Fondazione Comunità Bresciana (per 20mila euro), dalla Comunità Montana (per 10mila) e dal Comune di Bienno (15mila), con cui il borgo di Prestine si è fuso nel 2016.
Il santuario, edificato nel Quattrocento, è anche il primo in Vallecamonica in cui è stato installato un sistema di chiusura automatica a distanza. Un’idea, questa, che la Comunità Montana vorrebbe replicare anche ad altri monumenti camuni, favorendone la fruizione al pubblico senza investire sul personale o sui volontari.