Gli imputati nel processo ex Selca-bis erano stati rinviati a giudizio per mancata ottemperanza a due ordinanze disposte dal Comune di Berzo Demo e a una da parte della Provincia di Brescia. Per questo, secondo l’accusa, avrebbero provocato l’inquinamento ambientale in seguito alla mancata rimozione dei 37 mila metri cubi di rifiuti pericolosi e non trattati ancora presenti all’interno della fabbrica di Forno Allione, dichiarata fallita a giugno del 2010.

Lunedì, in dibattimento, il pm ha però chiesto l’assoluzione immediata dei quattro al giudice, Maria Chiara Minazzato, ai sensi dell’articolo 129 del codice di procedura penale, perché il fatto non sussiste.

Gli imputati sono: l’ex proprietario Flavio Bettoni – che insieme al fratello Ivano era stato assolto nel 2018 dall’accusa di traffico illecito di rifiuti – e gli ex amministratori Michele Carta Mantiglia, Piergiorgio Bosio ed Ettore Vacchina, che si sono alternati fra il 1998 e il 2010 alla guida della società.
Il giudice ha aggiornato l’udienza a giugno, quando ci sarà la sentenza.

Nel frattempo, lo ricordiamo, la giunta regionale lombarda ha stanziato 6 milioni di euro per rimuovere i rifiuti e stoccarli in una piattaforma in cemento armato che sarà realizzata sempre a Forno Allione. L’intero intervento di risanamento dell’area, rilevata dal Comune di Berzo Demo, prevede un esborso di oltre 23 milioni di euro, in gran parte denaro pubblico. L’unica impresa che ha aderito al bando del Comune presentando la sua manifestazione d’interesse al sito industriale è stata la Lucchini Rs di Lovere.

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