Un altro anno è passato e per la vicenda che ha cambiato la vita a Giacomo Gazzoli ancora si attende giustizia. Era l’11 novembre del 2018, quando, dopo aver trapassato la fiancata e il sedile della sua auto, un proiettile vagante aveva colpito l’uomo, oggi 75enne, costringendolo a trascorrere il resto dei suoi giorni su una sedia a rotelle. I fatti avvennero a Corteno Golgi, paese in cui Gazzoli, originario di Braone, vive da qualche tempo con la compagna.

Le indagini dei carabinieri di Edolo e di una squadra della polizia scientifica avrebbero accertato che i colpi erano stati esplosi da un rilievo vicino all’abitato di Lombro. Per la Procura di Brescia ci sono due iscritti nel registro degli indagati: nell’abitazione di due residenti nella frazione cortenese sarebbe stata sequestrata, insieme a una carabina di grosso calibro, una scatola di munizioni che corrisponderebbero a quelle che hanno colpito l’auto.

Ma almeno dal 2019, anno in cui sono state completate le perizie, l’iter giudiziario sembra essersi fermato. In paese tutti sanno, ha affermato Gazzoli a Bresciaoggi, in un articolo in cui ha ripercorso il suo calvario nel giorno dell’anniversario dell’incredibile avvenimento, ma nessuno parla: si sa che i cacciatori del luogo avevano l’abitudine di prendere a fucilate i cartelli stradali per tarare le ottiche dei fucili, non era la prima volta che venivano esplosi dei colpi in quella zona. Quel giorno uno di essi ha incontrato sulla sua traiettoria l’auto con al volante Giacomo.

L’anziano, che ha imparato a convivere con la sua invalidità, vorrebbe solo la verità: si dice deluso e arrabbiato, sia con le forze dell’ordine che con i compaesani, ma ancora determinato a cercare giustizia e a non far dimenticare la sua assurda storia.

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