Presentato il brevetto di un pool di studiosi della facoltà di Ingegneria dell’Unibs, che ha scoperto come recuperare in modo ecologico il Litio presente nelle batterie di auto e accumulatori domestici. A curarlo la professoressa Elza Bontempi, originaria di Bienno e professore ordinario di Fondamenti chimici delle tecnologie dell’Università degli Studi di Brescia, insieme ai colleghi Laura Eleonora Depero, Ario Fahimi e Patrizia Frontera (quest’ultima dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria).
Il titolo dato al brevetto è: “Metodo di recupero di materiali da rifiuti o scarti tramite processo carbotermico migliorato” e dimostra la possibilità di recuperare il Litio ed il Cobalto contenuto nelle batterie esauste, ma anche altri metalli preziosi come nichel e manganese, i cui costi ambientali e sociali d’estrazione sono sempre più insostenibili grazie ad un trattamento con un forno a microonde e acido organico. Il progetto ha mostrato ottimi risultati anche nel recupero del fosforo da scarti di biomasse.
Ad oggi il Litio e altri metalli vengono recuperati dai rifiuti o con trattamenti idrometallurgici basati sull’utilizzo di acidi, che risultano però impattanti per l’ambiente, oppure con un trattamento pirometallurgico, ovvero forni portati ad oltre mille gradi, con grande dispendio di energia e poca convenienza.
La ricerca bresciana propone di recuperarli in un forno a microonde, che riesce a indurre una rotazione nelle molecole polari. Con un trattamento di qualche minuto nella camera brevettata il Litio diventa recuperabile in una soluzione solubile utilizzando un acido organico, ricavabile, ad esempio dagli scarti delle mele. Unibs e Csmt finanzieranno una borsa di dottorato per proseguire con la ricerca, con l’utilizzo di un forno più grande e con esperimenti a più a larga scala. La nuova direttiva europea prevede che entro il 2030 ci sia un recupero del 90% dei rifiuti di Cobalto e del Nichel e del 70% per il Litio e Brescia e la sua Università potranno essere all’avanguardia nel recupero di questi metalli preziosi.
Il brevetto dell’Università e del Consorzio interuniversitario nazionale di ricerca in Scienze e Tecnologia dei Materiali (Instm) ha anche vinto la competizione europea lanciata da EIT RawMaterials (European Institute of Innovation & Technology), consorzio europeo di eccellenze nel campo delle materie prime ed è stato selezionato come una delle tecnologie più promettenti e sostenibili in ambito di economia circolare.
La professoressa Bontempi, ricordiamo, aveva seguito nel 2014 la ricerca sulle ceneri leggere dell’inceneritore sostenendo che, se mescolate agli scarti della lavorazione del riso, potessero diventare piastrelle da utilizzare in edilizia. Dello scorso anno il progetto Sunspace, sviluppando un nuovo materiale sostenibile per l’edilizia in grado di catturare le polveri sottili presenti nell’aria. Lavoro che è valso alla studiosa bresciana e al suo staff l’accesso alla finale del premio internazionale Energy Globe Award, il maggior riconoscimento al mondo in tema di sostenibilità.