Era il 24 settembre 2021 quando le due sorelle Paola e Silvia Zani, 26 e 19 anni, figlie di Laura Ziliani, – scomparsa da Temù l’8 maggio 2021 e ritrovata cadavere sul greto del fiume Oglio 3 mesi dopo – e il fidanzato 27enne della maggiore, Mirto Milani, vennero arrestati dai Carabinieri di Brescia, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Brescia.
Due anni dopo il loro arresto e dopo le confessioni e i racconti raccapriccianti di quello che ben presto venne ribattezzato “Trio criminale”, il pm di Brescia Caty Bressanelli ha chiesto la condanna all’ergastolo per i tre imputati. Tutti sono ritenuti responsabili, rei confessi, dell’omicidio volontario e dell’occultamento di cadavere della 55enne. La donna era stata stordita con benzodiazepine, poi soffocata e infine seppellita nel luogo dove venne ritrovata l’8 agosto 2021. Ritenuti capaci di intendere e di volere, i tre hanno confessato il delitto dopo poche settimane di carcere, spiegando di aver agito perché ritenevano che Laura volesse a sua volta ucciderli.
“Siamo davanti a tre rei confessi perfettamente capaci di intendere e volere e il quadro è quindi decisamente chiaro”, ha detto il pm Bressanelli martedì mattina in aula di fronte a Paola, Silvia e Mirto e ai loro avvocati, aggiungendo: “Ci sono stati dei momenti un po’ surreali in questo processo. È un processo per omicidio e dobbiamo uscire dalle dinamiche sentimentali degli imputati. Non dobbiamo fare una valutazione etica e morale, ma giuridica”. E ancora: “Il loro proposito di uccidere la vittima è rimasto fermo per diversi mesi. Non hanno esitato ad uccidere la signora Ziliani anche se era l’unico appoggio della figlia mezzana che ha problemi di salute e aveva bisogno della mamma. Hanno ucciso un giorno prima della festa della mamma e tutto questo è ancora più orribile”, ha detto la pm prima di chiedere per i tre imputati l’ergastolo, con isolamento diurno per sei mesi. La sentenza è attesa per il 28 novembre.