Nonostante l’epidemia, i mesi passano, e le stagioni anche: l’estate si fa sempre più vicina e le decisioni in termini di sicurezza e tutela della salute prese ora avranno delle ripercussioni su tutti quei settori che lavorano soprattutto nei mesi caldi.

Tra questi, ci sono i rifugi, che nei giorni scorsi sono stati al centro di un’intervista rilasciata da Antonio Montani, vicepresidente del Cai, che a La Repubblica immaginava “un’estate senza rifugi”, con escursionisti costretti a gite di un giorno e cibo nello zaino.

L’intervista a Gino Baccanelli, presidente di Assorifugi Lombardia e gestore del rifugio Tita Secchi

Una prospettiva che fa paura e preoccupa: per questo Gino Baccanelli, presidente di Assorifugi Lombardia, realtà che rappresenta 140 strutture, nonché lui stesso gestore di un rifugio, il Tita Secchi, è voluto intervenire frenando le ipotesi di una chiusura totale già da oggi.

“Non ritenevamo che queste dichiarazioni fossero coerenti con quello che sta accadendo”, ha raccontato ai nostri microfoni Baccanelli, “i gestori stanno preparando la stagione estiva, in attesa che il governo ci dia delle normative per poter riaprire”.

COMUNICATO STAMPA I Rifugi di Lombardia si uniscono alla presa di posizione del Coordinamento nazionale rifugi e S.A.T,…

Pubblicato da Rifugi Lombardia su Sabato 18 aprile 2020

Al momento, però, dal Governo non è ancora giunta nessuna disposizione: “Stiamo aspettando il 4 maggio (primo giorno della Fase 2, ndr) per sapere se sarà possibili iniziare la stagione e con quali regole. Intanto noi ci prepariamo ad affrontare questa stagione, che sicuramente sarà più difficile delle altre”. I preparativi non possono non tenere conto dei cambiamenti che inevitabilmente ci dovranno essere in tutti quei luoghi dove si rischiano assembramenti rifugi compresi.

“Come sui mezzi di trasporti, anche noi disponiamo di spazi limitati”, prosegue Baccanelli, “starà a noi valutare se varrà la pena, a livello economico, tenere aperto solo per due persone per 40 metri quadrati, come gira voce adesso. Prima vediamo quello che dice il Governo, noi siamo prima di tutto per la tutela della salute nostra e dei nostri clienti, e poi vogliamo rispettare le regole e cercare di lavorare il più possibile: ricordiamo che dietro ogni gestore c’è una famiglia, ci sono degli addetti e dei dipendenti, perciò bisogna far quadrare i conti”.

Dopo le parole di Montani, però, va detto che il Cai ha corretto il tiro, sostenendo che farà di tutto per limitare le eventuali chiusure. La decisione del Governo, infine, potrebbe avere anche delle ripercussioni sugli interventi già programmati e finanziati per alcune strutture: “La Regione sta preparando un bando per dare dei contributi a fondo perduto per migliorarle”, conclude Baccanelli, “ma con un’eventuale chiusura sarà più facile effettuare questi interventi sulle strutture vere e proprie; se fossero delle manutenzioni sugli impianti si potrebbero fare anche a rifugi aperti”.

Share This