Sono 25 i fascicoli fino ad ora aperti e legati alle ispezioni effettuate dai carabinieri del Nas a proposito della gestione dell’emergenza Coronavirus all’interno delle case di riposo bresciane che, come quelle del resto d’Italia, non sono state risparmiate da un elevato numero di morti.
Nelle ore scorse in Procura è arrivata la prima relazione, a proposito di quanto accaduto in diciannove strutture; il lavoro del Nas, però, sta coinvolgendo tutte le case di riposo presenti in città e provincia, quindi anche quelle camune. Al vaglio non solo il numero di morti registrate, ma anche come sia stata gestita l’emergenza: va detto che per ora sono state trovate strutture in ordine e senza falle nella gestione, ma ovviamente il lavoro deve tenere conto del periodo in cui è scoppiata l’epidemia; nel registro degli indagati, inoltre, non ci sarebbe nessun nome, ma il pool di tre magistrati che si sta occupando dell’inchiesta avrebbe già iniziato a sentire operatori e responsabili.
Tra le accuse non mancano quelle alla gestione politica della sanità, con riferimento a Regione Lombardia. In maggior parte delle inchieste aperte in tutta Italia l’ipotesi di reato è epidemia colposa: un reato su cui la Cassazione si era già espressa relativamente proprio ad un caso bresciano, quello del virus nelle acque di San Felice nel 2009 ed in cui gli imputati furono assolti al terzo grado di giudizio.