Vittoria annunciata, podio radiofonico.

Dopo i trionfi della Oxa torna sul podio dell’Ariston un cantante di origine albanese, come lei in coppia con un interprete ruspante, non conta se romano anzichè bresciano. Il medagliere, che sembra pensato in funzione della programmazione radiofonica, non può che far pensare. In attesa della pubblicazione dei voti scorporati delle troppe giurie, possiamo solo intuire che le linee di moda del televoto, da sempre a rischio pilotaggio e comunque condizionato da fattori noti, siano state amplificate dai voti delle giurie tecniche. I giudizi dei critici, che vantano illustri cadaveri nell’armadio (quali l’aver ammesso in finale “Fin che la barca va” escludendo “Ciao amore ciao”) negli ultimi anni sono sempre più condizionati dal fatto che sala stampa e qualità vedono come protagonisti soggetti provenienti dal mondo dell’emittenza radiofonica e dello spettacolo leggero. Guardando il mondo della musica con questi occhiali è evidente che il “bello” non debba necessariamente essere “artistico” ma si possa interpretare come “quello che va”, portando a premiare il prodotto destinato a vendere. Tutto ciò, ovviamente, sforzandoci di dimenticare che la programmazione delle principali emittenti radiofoniche e testate giornalistiche non è sempre il risultato di libere scelte di gusto del dj – giornalista ma piuttosto l’atto ultimo di una serie di contratti di promozione con le case discografiche, pendenze difficili da scordare se sei giurato a Sanremo. Letto in questa prospettiva il festival Baglioni è a dir poco inquietante. Nessuna critica su giornali e social, totale consenso e celebrazione, intesa bipartisan a nascondere le clamorose papere svizzere, l’ingombrante autopromozione del direttore artistico, nessun post sui social che chieda conto dei cachet (dubito ci sia stata una presa di coscienza del popolo italiano in merito al fatto che le provvigioni del festival vengono dalla pubblicità e non dall’abbonamento RAI).

Ad ognuno la libertà di pensare ciò che crede del fatto che in festival costruito alla vecchia sulla rima amore – cuore i premi vadano alle poche canzoni a tema sociale. Analogamente dicasi della scelta della direzione di non ostacolare la promozione svizzera di una iniziativa legata ad una associazione la cui figura di riferimento è candidata alle prossime elezioni. Buona iniziativa, tempi sbagliati. L’avesse fatto la Litizzetto sarebbe stato un reato da censura e bando.

Ragionevoli le posizioni di classifica intermedie: Vanoni dimostra una modernità inossidabile come il suo decoltè, Ron gode dell’effetto alone “Dalla”, Gazzè riscuote crediti maturati negli anni precendenti, Avitabile – Servillo forti del voto partenope malgrado una canzone monotona.

Castigati escono le trame degli eterni ritorni e degli addii trascinati all’infinito, dai progetti degli ex Pooh alla fallimentare proposta degli Elii incapaci anche di far ridere. Tutta da capire, visti gli assetti d’alta classifica, la posizione dei The Kolors che logica avrebbe voluto meglio piazzati.

Assolutamente da censurare la scelta dell’Antoniano di prestare il Piccolo Coro Mariele Ventre all’operazione duetti su un pezzo contenente una parolaccia la cui traduzione in “strumenti sportivi sgonfiabili” non diminuisce la volgarità della frase. L’educazione non è questione di limature di facciata, ma è fatto di sostanza. Dai frati bolognesi si pretende una coerenza che qui è mancata e a loro auguriamo una lunga quaresima di purificazione.

Questa la classifica dei Big della 68esima edizione del Festival di Sanremo.

1) Ermal Meta e Fabrizio Moro 2) Lo Stato Sociale 3) Annalisa.

4) Ron 5) Vanoni – Bungaro – Pacifico 6) Max Gazzè 7) Luca Barbarossa 8) Diodato – Roy Paci 9) The Kolors 10) Giovanni Caccamo 11) Le Vibrazioni 12) Enzo Avitabile – Peppe Servillo 13) Renzo Rubino 14) Noemi 15) Red Canzian 16) Decibel 17) Nina Zilli 18) Roby Facchinetti – Riccardo Fogli 19) Mario Biondi 20) Elio e le storie tese

Premio della critica “Almeno pensami” Ron

Premio Sala Stampa a Lo Stato Sociale

Premio Sergio Endrico migliiore interpretazione a Ornella Vanoni Bungaro Pacifico

Miglior testo Mirkoeilcane

Premio Bigazzi alla composizione Max Gazzè

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