Al 31 dicembre andrà in pensione il professor Mario Maviglia, da 40 anni a Brescia con varie funzioni e da quattro al vertice dell’Ufficio scolastico territoriale, il primo da titolare, gli altri tre da reggente part time mentre era capo degli ispettori della Lombardia.
Al suo posto, secondo notizie ufficiose, dovrebbe arrivare il 2 gennaio Mavina Pietraforte, di provenienza bergamasca, attualmente reggente a Sondrio e ispettrice di ruolo. Avrà anche lei il doppio incarico in una provincia che è stata declassata alla fascia C, ritenuta non degna di un dirigente full time nonostante la sua complessità e la sua consistenza, seconda in Lombardia solo a Milano.
La situazione di reggenza potrebbe forse durare fino a maggio quando verranno rinnovati tutti gli incarichi di dirigenza triennali. Dovrebbe essere quella l’occasione per un pressing che si proponga di ridare a Brescia la sua importanza, come chiesto recentemente anche dalla Regione, l’occasione per i bresciani di farsi sentire.
Nel frattempo, con il rientro in aula dopo le vacanze natalizie iniziate proprio oggi, la scuola si troverà a gestire una vera e propria patata bollente. Centinaia di insegnanti diplomati alle Magistrali prima che fosse necessaria la laurea per una cattedra alle scuole primarie, con l’ultima tornata di assunzioni, sono passati di ruolo «sub conditione». A patto cioè che il loro ricorso in base a una norma del 2013 che dava valore abilitante ai titoli conseguiti entro il 2002, avesse successo.
Invece il Consiglio di Stato in seduta plenaria, con i consueti tempi della Giustizia, alla fine dell’anno solare e a metà di quello scolastico, giudicando tardivi gli appelli, ha sancito che quei docenti non avevano diritto a entrare nelle cosiddette Gae, le graduatorie che preludono al tempo indeterminato.
Nel bresciano almeno 250 di loro sono al lavoro e hanno guadagnato con i punti di anni e anni in classe un ruolo che quindi non gli spetta più. Perderanno quel posto per essere trasferiti nella graduatoria delle supplenze ribaltando di conseguenza pure quella. Potrebbe essere un caos in tutto il Paese, con un vorticoso giro di cattedre che coinvolgerebbe almeno 400 maestri nella nostra provincia.