Negli ultimi anni, stiamo assistendo ad un fenomeno che non sembra volersi fermare, ma che probabilmente continuerà ancora. Stiamo parlando della chiusura di numerose filiali di banche a favore del cosiddetto home banking (ovvero la possibilità di effettuare tutte le operazioni tramite internet): il calo di sportelli non si registra solo in città, ma anche e soprattutto nei piccoli Comuni montani, che in breve tempo sono stati di fatto abbandonati dagli istituti bancari.

In tredici anni, rileva il Centro Studi Confindustria Brescia su dati della Banca d’Italia, in provincia di Brescia si è passati da 927 a 670 sportelli. I Comuni senza alcuno sportello sono invece ventinove: e la Vallecamonica, in questo elenco, fa la parte del leone, con sedici paesi che non hanno sportelli con personale sul proprio territorio.

Sono i Comuni di Berzo Inferiore, Sellero, Sonico, Temù, Ono San Pietro, Saviore dell’Adamello, Vione, Cerveno, Braone, Paspardo, Losine, Monno, Cimbergo, Lozio, Incudine e Paisco Loveno. Un totale di 13.474 residenti in Vallecamonica che non possono usufruire di questo servizio dove vivono.

E se in città il ridimensionamento ha fatto scendere il numero di sportelli da 201 nel 2015 ai 143 di oggi, non se la passano bene neanche i Comuni più grandi della Provincia, anche loro interessati da una riduzione della presenza delle banche: a Darfo, ad esempio, ad oggi gli sportelli sono dieci.

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