Si chiamava Renzo Viganò e aveva 38 anni l’alpinista che ha perso la vita sulla Concarena lunedì all’alba.
Provenienti da Cantù, in provincia di Como, Renzo e i suoi due amici erano partiti molto presto da Baita Iseo, dove avevano passato la notte, accordandosi con i gestori per il rientro al rifugio in serata. Esperti, attrezzati, non era la prima volta che scalavano le montagne della Vallecamonica.
I tre stavano raggiungendo l’attacco della via Cassin quando Viganò, improvvisamente, è scivolato sull’erba bagnata, compiendo un volo di 100 metri che non gli ha lasciato scampo.
Non erano ancora legati né indossavano il casco poiché il percorso, in quel punto, era ancora piuttosto semplice e apparentemente senza rischi, per degli esperti come loro.
Atterriti dalla scena, i due compagni hanno allertato il Nue 112. Immediati i soccorsi: la centrale ha attivato le squadre da terra del Soccorso alpino, stazione di Breno, che si sono portate a Ono San Pietro, e l’elicottero del 118 di Brescia. Calati sul posto con il verricello il tecnico di elisoccorso e l’equipe medica, è stato constatato il decesso del 38enne per i traumi subiti nella caduta.
Il corpo è stato recuperato e trasferito alla base di Esine dove nella camera mortuaria dell’ospedale si sono svolte le pratiche di rito per il riconoscimento da parte dei familiari -madre, padre e sorella – che, avvisati della tragedia, sono giunti in zona. Solo dopo il nullaosta del magistrato la salma ha potuto far rientro a Cantù. Per stabilire quanto accaduto sono intervenuti anche i carabinieri della Compagnia di Breno, che hanno ascoltato i compagni di escursione della vittima.