A causa del protrarsi del cantiere per la messa in sicurezza del versante montano e la ricostruzione della strada, franati a fine ottobre 2018, la provinciale 345 è stata aperta solo la sera della vigilia di Ferragosto.

Alberghi, rifugi, malghe, baite e seconde case sono finalmente raggiungibili. Ma ormai è troppo tardi: la stagione è compromessa, i turisti, soprattutto gli stranieri, hanno cambiato rotta vedendo che il navigatore segnalava la chiusura del Crocedomini.

Il parere di tutti è che i lavori di sistemazione siano stati fatti bene, ma che non ci sia stato il giusto coordinamento per far sì che si aprisse prima. Sotto accusa da parte dei gestori dei rifugi di Bazena, Campolaro e Crocedomini e di molti altri utenti c’è la Provincia, che avrebbe dovuto gestire in maniera diversa la tabella di marcia dei lavori, per riuscire, com’era stato promesso, ad aprire a giugno. Se il Tita Secchi ha registrato un taglio degli incassi tra il 40-50%, ancor peggio ha fatto il rifugio Tassara, essendo rimasto isolato. Amarezza anche tra i conduttori delle malghe: pochi i guadagni dai prodotti dell’alpeggio, che solitamente venivano venduti ai turisti di passaggio.

Non se la passano meglio gli operatori turistici del Vivione. Anche in questo caso l’attività del rifugio al Passo, gestito da Giovanni Antonio Pizio e dalla sua famiglia, è stata penalizzata dalla chiusura della strada: i gestori parlano senza indugi di perdite fino all’80% rispetto al 2018.
Il divieto di transito sulla Sp 294 che collega Forno Allione a Schilpario, in Val di Scalve, è stato anche qui imposto dalla Provincia di Brescia in seguito ai danni provocati a fine ottobre dalla tempesta Vaia e ai conseguenti lavori in corso.

Divieto che però viene aggirato da molti e che genera solo confusione. I turisti stranieri, in particolare motociclisti ed e-bikers di tutta Europa, soprattutto tedeschi, svizzeri ed austriaci, consultano i navigatori e cambiano destinazione. Pare che fino alla fine di agosto non si riaprirà al Vivione, ma ormai la stagione è trascorsa senza profitto.

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