L’amministrazione comunale di Tavernola Bergamasca – e con essa tutti gli altri Comuni del Sebino, di entrambe le sponde – promette battaglia contro l’utilizzo di Css, Combustibile solido secondario derivante dalla lavorazione dei rifiuti urbani, nel Cementificio Sacci.
Molto partecipata l’assemblea organizzata dall’amministrazione nel corso della quale sono state presentate le prossime mosse che il sindaco Filippo Colosio e la sua Giunta hanno intenzione di mettere in campo, iniziative approvate dall’assemblea e appoggiate anche dal presidente della Comunità montana dei laghi bergamaschi, Alessandro Bigoni, e dal consigliere regionale Mario Barboni.
Attualmente i forni per la lavorazione del cemento vengono alimentati con il pet coke, ovvero il residuo della raffinazione del petrolio sino ad oggi utilizzato come unico combustibile. Il Comune di Tavernola vuole presentare ricorso al Tar contro la decisione della Provincia di Bergamo che ha autorizzato l’utilizzo dei Css, in via sperimentale per un periodo di 5 mesi nei forni del cementificio.
L’amministrazione si è detta poi intenzionata a chiedere a tutte le forze politiche in Parlamento di non permettere di bruciare combustibili derivanti dai rifiuti in aree come quella del Lago d’Iseo, a forte vocazione ambientale e turistica.
È stata anche lanciata l’idea di un referendum popolare, per capire cosa ne pensi la popolazione del prosieguo dell’attività del cementificio stesso, già nei primi mesi del 2018, probabilmente tra febbraio e aprile.
«Siamo favorevoli ad una futura riconversione dell’area, che rappresenta a tutti gli effetti un vero e proprio ecomostro – ha spiegato Paola Pezzotti, sindaco di Sulzano e Presidente della Comunità Montana del Sebino Bresciano – certamente siamo tutti uniti nel ribadire il nostro parere negativo sull’utilizzo dei rifiuti, poiché ciò che viene bruciato, viene di conseguenza respirato da tutti noi. Sarebbe bello vedere riconvertita la zona con un progetto attinente ai temi di sviluppo turistico che in questi anni, in modo unitario, ci siamo prefissati»