Dopo ormai due mesi dalla scomparsa, la svolta sul caso Ziliani apre un nuovo scenario. La 55enne ex vigilessa di Temù, di cui non si hanno più notizie dall’8 maggio scorso, quando, secondo la testimonianza, sarebbe uscita di casa presto per una passeggiata nei boschi del paese, potrebbe aver fatto una fine ben diversa da quella ipotizzata finora. Ovvero potrebbe non avere avuto un incidente in montagna.
Tant’è che salgono a tre gli indagati a piede libero: oltre a due delle tre figlie della donna – Paola e Silvia Zani – nel registro degli indagati è finito anche il fidanzato della 27 enne, suo coetaneo. L’accusa è di omicidio e occultamento di cadavere in concorso.
Sentito più volte negli ultimi giorni dai carabinieri coordinati dal pubblico ministero Caty Bressanelli, il ragazzo è residente a Lecco ma avrebbe trascorso molte settimane a Temù proprio a ridosso delle ricerche e avrebbe soggiornato in uno degli appartamenti di Villa Dalegno che la famiglia della compagna ha ristrutturato poco distante dall’abitazione di via Ballardini e che sognava di trasformare in un Bed & breakfast.
Nella mattinata di mercoledì i carabinieri della scientifica, il perito informatico nominato dalla procura e i consulenti dei tre indagati hanno effettuato il primo sopralluogo nella casa posta sotto sequestro. Un controllo durato circa tre ore, al termine del quale gli inquirenti hanno portato via tutti gli apparati informatici ritrovati e che erano a disposizione della famiglia di Laura Ziliani, compresi i telefoni e i pc delle ragazze e del ragazzo. Acquisito anche il telefono cellulare della 55enne, muto dalla sera prima della scomparsa e ritrovato nella cantina della casa di Temù incastrato tra una panca di legno e una scala già quel sabato.
Resta da reperire l’orologio con il gps che Laura Ziliani aveva con sé quando usciva per le sue camminate sui monti grazie al quale gli inquirenti potrebbero ricostruire i movimenti fatti dalla donna dalle 7 del mattino, orario della sua uscita di casa l’8 maggio, e l’ora in cui le figlie hanno dato l’allarme facendo scattare le ricerche, ma il dispositivo non si trova. Ancora molti i nodi da sciogliere, in un borgo di montagna finito in un caso di cronaca ben più grande di lui.