Associazione per delinquere, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi: sono le accuse che hanno portato il giudice dell’udienza preliminare ad infliggere delle pesantissime condanne ad alcune delle 27 persone coinvolte nel processo nato dall’indagine intrapresa tre anni fa dai Carabinieri della compagnia di Breno e di Clusone e che avevano scoperto un traffico di droga che passava dalla Vallecamonica, fino al lago d’Iseo e la Val Seriana.

Le indagini avevano portato ad una serie di arresti, alla chiusura di una raffineria di cocaina nel Bergamasco ed al sequestro di oltre 60 chili di marijuana, 50 di hashish, 12 di eroina, due di cocaina, oltre ad oppio, morfina e mdma.

La condanna più pesante è stata inflitta a Saimir Sallaku, considerato a capo dell’organizzazione: 17 anni e 4 mesi. 8 anni ed 8 mesi per fratello Taulant, ritenuto suo vice.

Ad Alessandro Giorgi e suo figlio Denis, considerati intermediari, 14 e 10 anni; otto anni a Claudio Vangelisti con l’accusa di spaccio, stessa condanna per Agim Bejko, 5 anni e 4 mesi per il figlio Enkelejed. Tra i ventisette imputati, solo due hanno patteggiato.

Nelle fasi iniziali dell’inchiesta era rimasto coinvolto anche Gezim Sallaku, ex presidente del Darfo Calcio, per detenzione illegale di armi nella sua villa di Sale Marasino: fu il fratello Saimir a rivendicarne la proprietà, scagionando il fratello.

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