La tragedia che si è verificata domenica pomeriggio sulla Marmolada, con il distacco di un seracco che ha causato vittime e dispersi, ha ri-acutizzato l’attenzione sul tema dei cambiamenti climatici e su come le temperature ormai alte anche in quota stiano avendo effetti devastanti sui ghiacciai italiani.
In Vallecamonica non si può non volgere lo sguardo all’Adamello, il ghiacciaio più esteso d’Italia condiviso tra la provincia di Brescia e quella di Trento. In realtà, la Marmolada e l’Adamello sono molto differenti: il primo è appoggiato sul versante della montagna, il secondo ha uno sviluppo pianeggiante, ma anch’esso scarica materiale, in aree isolate dove fortunatamente non passa nessuno.
Sia l’Adamello che la Marmolada, però, subiscono gli effetti del surriscaldamento climatico, con la conseguente riduzione dei ghiacciai, effetto che si nota particolarmente sull’Adamello dove, nel 2022, l’equivalente idrico della neve è stato pari a 499 chilogrammi/mq, mentre l’anno scorso era stato di 1.967 kg/mq.
Per la sua conformazione in Adamello un distacco come quello della Marmolada è impossibile; il ghiacciaio però resta sorvegliato speciale proprio per la sua costante riduzione. Il progetto ClimAda sta lavorando per ricostruirne la storia climatica ed ambientale, per fornire anche quelle informazioni necessarie per un eventuale quadro normativo che regoli la sicurezza in queste aree.