Il 20 dicembre un 30enne di Corteno Golgi entrerà in aula per l’udienza preliminare con l’accusa di lesioni gravi e porto in luogo pubblico di un’arma da fuoco. La pm Claudia Moregola ha chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo che ritiene il responsabile del ferimento di Giacomo Gazzoli. Sotto inchiesta inizialmente c’era anche il fratello 36enne, la cui posizione è stata però archiviata.
A quattro anni dall’assurdo episodio che costrinse il 75enne di Braone sulla sedia a rotelle, finalmente qualcosa si muove a livello giudiziario. Gazzoli non ha mai perso la forza di chiedere giustizia, e anche in occasione del triste anniversario, caduto l’11 novembre scorso, aveva lanciato tramite la stampa locale l’ennesimo appello: chi sa parli.
Secondo le ricostruzioni e le indagini sarebbe stata utilizzata una carabina di precisione, modello Tikka calibro 300 classificata come arma comune da sparo. Quel giorno a Corteno, l’imputato, da un’altura, la stava usando per prendere di mira i cartelli stradali in località Dossello.
È bastato un colpo esploso da una distanza di circa 400 metri a cambiare la vita a Giacomo: un proiettile, mentre era al volante della sua auto su via Schivardi, ha perforato la portiera e il sedile andando a conficcarsi nel midollo spinale.
Lo stesso tipo di cartuccia che ha raggiunto accidentalmente l’anziano è stata rinvenuta a casa dell’indagato e le intercettazioni telefoniche e ambientali rilevate sarebbero inequivocabili. I periti hanno inoltre stabilito che i frammenti di colore rosso individuati sulla portiera dell’auto di Gazzoli e il materiale presente sulle punte delle cartucce in sequestro sono compatibili e sovrapponibili.