Un anno fa, era l’8 maggio, partivano le ricerche di Laura Ziliani: per due settimane circa la mobilitazione era stata tale da impiegare decine di uomini della Protezione Civile e non solo, che setacciarono tutta la zona dell’alta Vallecamonica nei pressi di Temù, dove l’ex vigilessa da tempo residente a Brescia aveva una casa in cui si recava quasi tutti i fine settimana.
Ricerche che furono vane: solo tre mesi dopo, l’8 agosto, il cadavere della donna fu rinvenuto nella vegetazione del fiume Oglio, in condizioni da far pensare che fosse stato tenuto nascosto e poi posizionato lì. Dodici mesi dopo, il pubblico ministero ha depositato l’avviso di chiusura delle indagini per il suo omicidio. Secondo gli inquirenti ad uccidere Ziliani sarebbero state le figlie Silvia e Paola Zani e Mirto Milani, fidanzato di Silvia, che sono in carcere dal 24 settembre scorso.
Secondo il medico legale, che riporta come data di morte della donna l’8 maggio 2021, la vittima sarebbe stata prima stordita con dei tranquillanti (come ha rilevato la quantità di benzodiazepine nel suo organismo) e poi soffocata. Quindi i tre accusati avrebbero nascosto il corpo per poi posizionarlo tempo dopo nei pressi del luogo in cui fu ritrovato: un residente aveva notato Silvia Zani e Mirto Milani in quella zona qualche settimana prima.
Dettagli su cui i tre in carcere non hanno mai detto nulla: sono accusati di omicidio ed occultamento di cadavere. Ora hanno venti giorni per rendere un interrogatorio e depositare una memoria scritta. La Procura entro l’estate potrebbe chiedere il rinvio a giudizio. Oggi alle ore 18:00, intanto, la comunità di Temù ricorda Laura Ziliani con una Messa di suffragio, celebrata da don Martino Sandrini.